Spello (PG)

 

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Magnificamente collocata ai piedi del monte Subasio, Spello è vicinissima ad Assisi..
La superficie del pittoresco borgo si estende in montagna, collina e pianura. Il suo terreno, molto fertile, è coltivato a cereali, viti ed olivi. 
E' da quest'ultima pianta che Spello trae il suo più prezioso prodotto gastronomico: l'olio extravergine d'oliva.
Non a caso la città, oltre ad essere annoverata tra i «Borghi più belli d'Italia», fa parte dell'«Associazione Nazionale Città dell'Olio».

La tradizione vuole che il nome «Spello» derivi dal mitico fondatore: «Ispeo Pelisio», uno dei compagni di Enea, perdutosi durante il viaggio.

Il borgo, di antiche origine umbre, divenne colonia romana in età triumvirale-augustea, assumendo il nome di «Hispellum».
Ostile ad Antonio, parteggiò per Ottaviano nella guerra di Perugia del 41 a.C., e dal vincitore Ottaviano ebbe particolari favori, tanto che in onore della famiglia imperiale assunse il nome di «Splendidissima Colonia Iulia Hispellum».

Augusto, per la fedeltà dimostrata a Roma, gli assegnò i possedimenti extraterritoriali dei Bagni del Clitunno presso Spoleto, e di Civitella D’Arna presso Perugia.

Ottenne privilegi da Costantino il Grande, dal quale ebbe il nome di «Flavia Constans», e l’autorizzazione, sancita dal «Rescritto costantiniano» (333 d.C.), ad erigere un tempio, dedicato alla «Gente Flavia», ove potessero riunirsi gli umbri, in occasione delle feste annuali della «Confederazione religiosa umbra».

Il centro mantenne un ruolo preminente tra le città della «Regione V» («Tuscia et Umbria»), continuando a primeggiare anche nel Basso Impero.

Con il crollo e definitivo disfacimento dell’Impero d’Occidente, subì le devastazioni delle diverse orde barbariche, tra le più leleterie si ricordano queele dei Goti di Totila nel 546, dei Longobardi nel 571.

Spello fu un Comune sempre bellicoso ed in preda a continue lotte intestine.

Nel Medio Evo era divisa nei Terzieri di «Porta Chiusa», «Mezota» e «Pusterula» (o «S. Martino»).

Soggiogata al Barbarossa e ad Ottone IV°, nel 1238 il centro subì anche una pesante devastazione dalle truppe di Federico II°.

Dal 1254 al 1300 fu in lotta contro le città di Assisi, Foligno e Spoleto.
Nel 1360 si concesse gli Statuti comunali e chiese la protezione dei Baglioni di Perugia.

Nel 1392, l’Albornoz, aiutato dai Trinci, la restituì per un breve periodo al papa, ed iniziò un ennesimo periodo di aspre contese e di mutevoli domini: Biordo Michelotto nel 1394, Gian Galeazzo Visconti nel 1400, Braccio Fortebraccio nel 1404, Giovanni Pucci nel 1409.

Per breve tempo ritornò ai papi, quindi furono nuovamente i Baglioni che governarono Spello fino al 1583, anno in cui ritornò sotto il dominio papale, che si protrasse fino al 1870.

Spello è paragonabile ad un meraviglioso libro composto da tante pagine da sfogliare con calma e desiderio di bellezza.

Malgrado la vicinanza ad Assisi, le cronache francescane non riportano alcun episodio che leghi direttamente Spello alla vita di s. Francesco.

Certo è che la considerazione nutrita dal popolo di questo borgo verso l'apostolo umbro fu superlativa sin dai primi anni della vita religiosa del santo; furono infatti tra i primi, gli abitanti dell'antico castello, ad accorrere alla Porziuncola nel 1221, per soccorrere, con alimenti, i cinquemila frati convenuti al Capitolo generale dell'Ordine («Capitolo delle Stuoie») (vd. Fioretti, cap. XVIII).

 

Le «orme» di fratello Francesco a Spello (PG)