La Valnerina e la Valle Castoriana (PG - TR)

 

testo alternativo

Il territorio della Valnerina, dai caratteri morfologici e insediativi particolari, mostra un esclusivo fenomeno: assenza di grossi poli urbani di condizionamento territoriale, e in particolare di una città vescovile; la viabilità particolarmente intensa, ma difficile, funzionale quasi esclusivamente alla transumanza; la vitalità delle forme collettive di organizzazione economica e politica; infine una tradizione eremitica di lunga data, determinarono un tipo di presenza mendicante piuttosto peculiare e allo stesso tempo vivacissima.

Lo stanziamento dei frati Minori in Valnerina fu molto consistente.
I conventi valneriniani, con l'eccezione di Monteleone di Spoleto, facente parte della Custodia Regni (che gravitava in direzione delle attuali province di Rieti e di Ascoli Piceno), costituivano la «Custodia Montanorum».
Detta circoscrizione, secondo le statistiche trecentesche della «Provincia S. Francisci», comprendeva le seguenti sedi: Norcia (capo della custodia), Cascia, Ocosce, Monte S. Martino, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, S. Lazzaro e Visso; il convento di Arrone-Casteldilago apparteneva alla «Custodia Vallis».

Anche per il Duecento si dispone di una sorta di statistica dei luoghi francescani: è la cospicua serie di lettere con le quali papa Nicolò IV concesse indulgenze a pressoché tutti i conventi allora esistenti.
Dai Registri vaticani risulta che in Valnerina, tra il 5 e il 9 giugno 1291, ricevettero l'indulgenza «Licet is» i seguenti centri minoritici: Monteleone di Spoleto, Arrone-Casteldilago, Monte S. Martino, Norcia, «Vallis» (Vallo di Nera), Cascia, Cerreto, Ocosce e Visso.

Carlo Bandini, riferendosi alla Valnerina, con gustosa iperbole scrive: «Chi sa quante volte [Francesco] - sospintovi da quel suo grande amore che il suo spirito sentiva per ogni manifestazione in cui si traduca in gloria di bellezza l'opera del Creatore - non avrà risalita anche con taluni dei compagni suoi, questa valle, che negli antichi documenti, con designazione poi attardatasi e tuttora in uso nel linguaggio popolare, è anche detta Valle di Narco.
Pittoresca ed interessantissima valle, anzi svariata successione di piccole valli, che si dilungano in prati smeraldini, strette qua e là da balze imponenti.
In una vicenda di magnifici e diversissimi quadri, appare comeun immenso "fiord" di verdura, nel quale, defluendo verso il Tevere, scorrono le ricche e preziose acque di questo fiume [Nera], limpidissime se anche leggermente opaline e quasi iridescenti.
Corrono calme tra le ciliare file dei pioppi: solo a tratti insorgono rumorose all'urto di rocciosi sbarramenti, quasi per impaziente sfogo di quelle energie formidabili con cui daranno vita alle fiorenti industrie di Terni e di Narni.
E lungo la Valle, disposte veramente a guardia, o appollaiate come falchi su alture dirupate, o vigilanti nel piano a sbarrare il cammino, sorgono, numerose e turrite, antiche castella, cinte di mura ferrigne e sospettose, ma tutte come devotamente raccolte intorno alle loro chiese medioevali le più consacrate da antichissime tradizioni e spesso avvalorate da interessanti cimeli pittorici primitivi.
Tali Ferentillo, Scheggino, Sant'Anatolia, Castel San Felice, Arrone, Umbriano, Cerreto.
E accanto ad esse (...) la famosa millenaria Abbazia di San Pietro di Ferentillo, la Superga dei primi Duchi longobardi di Spoleto (...).
Ma non solo bellissima e pittoresca è questa valle, ma pur ricca di tradizioni religiose specialmente connesse alla immigrazione avvenutavi dalla Siria nei primi secoli Cristiani.
Chi sa quante volte Egli [Francesco] avrà preferito i sentieri di questa vallata solitaria e pur quasi selvaggiamente sorridente, nella quale tra le balze che con svariati profili vi giganteggiano, par che si esalti il trionfo di una volontà superiore, che moderatrice delle immani forze che sconvolsero e contorsero i poderosi strati delle rocce sembra che poi le abbia volute conformare ad una mirabile legge di vita e di armonia col rigoglio eterno di una gloria di verdura»
(C. Bandini, L'Umbria e il suo Santo, Bologna 1927).

La Valle Castoriana è quella che va dalla Forca di Ancarano (m. 1017) fino a Ponte Chiussita, in diocesi di Norcia.
Al visitatore che vi entri dalla Valnerina (provenendo da Terni o da Visso) o che vi si affacci dalla Forca di Ancarano, si offre un magnifico paesaggio.
Gemma della Valle è l'abbazia di S. Eutizio, che vide sorgere intorno a sé sin dai secc. V e VI una tebaide, di cui S. Gregorio Magno rammenta poetici episodi di eroica santità, esaltandone la vasta risonanza.

Questa tebaide divenne uno dei maggiori centri umbri di vita religiosa e sociale e accolse numerosi asceti ed eremiti, i quali con l'esempio e con la parola, chiamarono anime a Dio e resero feconda la terra, prima ancora di s. Benedetto da Norcia.
E' storicamente provato che s. Benedetto lasciò Norcia all'età di 17 anni, portando con sé, viva nell'animo, l'austerità della vita che menavano i monaci della Valle Castoriana.

Tra i solitari e penitenti della Valle Castoriana, sono da ricordare s. Spes, s. Eutizio e s. Fiorenzo.
Sulle loro tombe sorsero monumenti superbi, s'adunarono cospicue ricchezze, crebbero una chiesa ed un monastero fiorentissimo, che divennero faro di cristiana civiltà.
Qui, inoltre, ebbe origine e si sviluppò la celebre scuola medico-chirurgica preciana, e la congregazione eutiziana seppe accoppiare alle rigide austerità della vita, alle mistiche elevazioni della preghiera, un appassionato e fecondo amore allo studio.
La bella chiesa romanica, la cui primitiva costruzione si fa risalire all'abate Todino I (1190) e quindi da Todino II ornata, come oggi si ammira, di nuove decorazioni elegantissime nel 1236, conserva nell'interno insigni opere d'arte in pietra, in legno e affreschi.

Ma nella Valnerina bisogna soprattutto visitare l'abbazia di S. Pietro in Valle, presso Ferentillo (sec. VII), che costituisce il miglior esempio di architettura altomedievale dell'Umbria.
Gli affreschi sono del sec. XII, disposti su tre registri, con la presentazione del Vecchio e del Nuovo Testamento.
E' la più importante testimonianza di pittura di questo periodo nella Regione.

La Valnerina e la Valle Castoriana, stando alle fonti, furono anch'esse lustrate da una folta presenza minoritica.

***

Nell'articolo: Le «orme» di fratello Francesco in Valnerina e in Valle Castoriana (PG - TR), saranno trattati:

° La Valnerina

° Francesco d'Assisi e la Valnerina

° Insediamenti francescani duecenteschi in Valnerina

° Preci: lebbrosario di S. Lazzaro del Valloncello

° Visso

° Norcia

° S. Benedetto da Norcia

° Monte S. Martino

° Cascia

° S. Rita da Cascia

° Ocosce

° Monteleone di Spoleto

° Vallo di Nera

° Borgo Cerreto

° Casteldilago

° Montefranco: convento di S. Bernardino da Siena

 

Le «orme» di fratello Francesco in Valnerina e in Valle Castoriana (PG - TR)