Il processo di canonizzazione

Il Processo di canonizzazione di s. Chiara - noto alla fine del '400 e agli inizi del '500 - è rimasto praticamente sconosciuto sino al 1920.
Spetta a P. Zeffirino Lazzeri il merito di averlo rinvenuto, dopo accurate ricerche in numerose biblioteche, ritrovandolo nel Codice miscellaneo 1975/2040 della Biblioteca privata Landau, ora nel Deposito Finaly-Landau della Biblioteca Nazionale di Firenze (Cod. XXXVIII, 135).
Normalmente, gli atti di un processo canonico sono destinati a scomparire, una volta avvenuta la canonizzazione del santo e redatta la sua Leggenda ufficiale: così è avvenuto anche per gli atti del processo di s. Francesco.
Il Processo di s. Chiara, invece, rimase probabilmente vivo in ambiente perugino: è da lì, infatti che, con tutta probabilità, il testo in oggetto - che non è in latino, ma in antico umbro - passò, nella seconda metà del '400, nel monastero di S. Chiara Novella di Firenze, al quale apparteneva.
Pochi documenti hanno la freschezza del Processo di s. Chiara, dove la testimonianza delle sorelle della «pianticella di Francesco», offre a tutto il testo quella commossa vibrazione e quella vivezza, che invano cercheremmo nella Leggenda: è la stessa vibrazione delle prime fonti francescane, quando i compagni di Francesco affermano: «noi che fummo con lui...».
L'antico umbro, flessuoso e ricco di vibrazioni, giova non poco a mantenere a queste testimonianze il sapore veridico delle cose viste con i propri occhi e toccate con mano.
E l'edizione accurata del Lazzeri: Il processo di canonizzazione di s. Chiara d'Assisi, che è alla base delle poche successive edizioni analoghe, ha anche il pregio, oltre alla vasta introduzione di notizie, di presentare il testo nella sua genuina lezione paleografica.
Quanto segue, vi si discosta ben poco, per una attuale esigenza pratica di lettura del testo.
